Curare la depressione oggi è possibile

Il dottor Roberto De Stefano, psichiatra al Policlinico Città di Udine, spiega come si affronta una patologia in crescente aumento, utilizzando i vari farmaci ma anche la psicoterapia.


Il 2018 è un anno di ricorrenze per il benessere mentale: esattamente nel 1958, la novità dei triciclici, primi farmaci a trovare vasto impiego nel trattamento della depressione; trent’anni dopo, il Prozac, noto come la “pillola della felicità”, capostipite di una famiglia di molecole più maneggevoli, efficaci e sicure rispetto alle precedenti. Nel frattempo, la farmacologia ha messo a punto nuove sostanze, ma queste due date costituiscono una pietra miliare per la psichiatria, e per i tantissimi pazienti (3 milioni solo in Italia) alle prese con il “male oscuro” di cui hanno sofferto personaggi anche molto famosi come Indro Montanelli e, venendo ai giorni nostri, il portiere della nazionale di calcio Gigi Buffon. 

Per fortuna, oggi di depressione si può parlare senza vergogna. Può capitare a tutti, non è un segno di debolezza. E, soprattutto, si può guarire.


Che cos’è, di preciso, la depressione? Che cosa la differenzia dalla normale “tristezza” che tutti proviamo, di tanto in tanto? E quindi, quando è il caso di chiedere aiuto al medico?

“La depressione – spiega il dottor Roberto De Stefano – è un disturbo dell’umore. Si manifesta con marcata perdita dell’energia e degli interessi normalmente manifestati, con difficoltà più o meno pesante ad affrontare la vita di tutti i giorni (fino a far diventare impossibile il semplice alzarsi dal letto), con senso di disperazione. Possono aggiungersi disturbi del sonno e dell’alimentazione, con effetti invalidanti. Se il disturbo perdura per più settimane, è il caso di parlarne con il medico. Una diagnosi tardiva rende tutto più difficile, perché certi meccanismi si autoalimentano.”


Quali sono le cause della depressione?

“Si sa per certo che alla base vi è uno scompenso nei neurotrasmettitori, cioè nei messaggeri chimici che consentono ai neuroni di comunicare tra di loro (come ad esempio la serotonina, ma non solo). Ma i meccanismi precisi che causano o che aggravano il problema sono tuttora oggetto di ricerca. Ci sono sicuramente concause diverse, che interagiscono tra loro e spesso si potenziano l’un l’altra. Molte volte la depressione è una risposta ad un evento esterno alla persona: un lutto, la perdita del lavoro, un divorzio, sono i casi più frequenti. Ma talvolta non si riscontra una causa precisa. Molto famosa è la depressione <post partum>, che colpisce le neomamme in modo anche grave, pur spesso in situazioni di sicurezza economica, affettiva e di accudimento. Sicuramente fattori quali la solitudine o una malattia cronico-degenerativa peggiorano il quadro e rendono più difficile la cura. Chi ha già sofferto di depressione, inoltre, è più a rischio di ricadute, e le donne vanno più soggette a questo disturbo rispetto agli uomini.”


Trenta anni fa suscitò molte speranze il Prozac: ma, effettivamente, i farmaci possono curare la depressione? 

“Posto che la pillola della felicità non esiste, va detto che oggi i farmaci funzionano nella gran parte dei casi, se correttamente utilizzati. Per farlo, occorre porre la diagnosi con attenzione e scegliere bene la terapia. Non c’è una cura che vada bene per tutti: occorre, caso per caso, individuare quali farmaci utilizzare, eventualmente associandoli tra loro per rinforzarne l’effetto, e monitorarne nel tempo gli effetti. La cura per la depressione ha tempi medio-lunghi: per questo è molto importante non abbandonarla appena si sta meglio. Spesso, una buona psicoterapia mirata, soprattutto se di tipo cognitivo-comportamentale, può affiancare ed aiutare la remissione e ridurre il rischio di ricaduta. Infatti, insegna a riconoscere alcune soluzioni sbagliate che il paziente mette in atto – inconsapevolmente, per lo più - credendo di risolvere il problema, ma finendo invece per mantenerlo ed a volte perfino peggiorandolo”.


Cosa non si deve fare in caso di depressione, sospetta o conclamata?

“Bisogna ricordare che solo il medico può diagnosticare la depressione. Quindi, non ci si auto prescrive farmaci, né si utilizza quella pastiglietta che magari in passato ha funzionato tanto bene, né ci si modifica la terapia prescritta dallo specialista”. 


Che cosa dire a chi è affetto o pensa di essere affetto da depressione?

“Che oggi dalla depressione si esce.”



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