SINDROME DELL'OCCHIO SECCO?
L’équipe del dottor Paolo Brusini, responsabile dell’Oculistica del Policlinico Città di Udine, effettuerà esami gratuiti con un innovativo strumento
Secondo una recente indagine, il 65% di chi si presenta dall’oculista lamenta una sensazione persistente di sabbia nell’occhio, bruciore, fastidio per la luce, prurito. Si chiama “sindrome dell’occhio secco” e, in certi casi, può sfociare in situazioni quali l’infiammazione ed il danno dell’epitelio corneale, con addirittura la possibilità di creare vere e proprie ulcerazioni.
Si tratta di un disturbo in costante crescita, complice l’aumentare delle ore che mediamente ciascuno di noi trascorre davanti a schermi di vario tipo, dalla tv allo smartphone: questo, perché si tratta di situazioni in cui diminuisce la frequenza con la quale ammicchiamo, e quindi rallentiamo il processo di lubrificazione naturale dell’occhio.
Il problema infatti deriva da un’alterazione dell’equilibrio che regola la secrezione e la distribuzione del film lacrimale, per assicurare quella che dovrebbe essere un’efficace lubrificazione della superficie dell’occhio.
Al di là dei già citati schermi, vi sono anche altri fattori responsabili di questa “epidemia” silenziosa: l’uso di alcuni farmaci (per esempio, tranquillanti ed antidepressivi, antistaminici, ecc…), la carenza di vitamina A, agenti atmosferici, inquinamento, alcune malattie autoimmuni e l’utilizzo non corretto delle lenti a contatto. Pare che il diabete costituisca un fattore di rischio importante, oltre, naturalmente, al fumo.
E’ quindi fondamentale inquadrare correttamente il problema prima che degeneri: con un controllo oculistico e con esami specifici.
Un’occasione a tal proposito viene dal Policlinico Città di Udine, che mercoledì 12 dicembre, offre ad un gruppo di pazienti selezionati sulla base di criteri clinici, la possibilità di sottoporsi gratuitamente ai test condotti con uno strumento che effettua una serie di 4 esami specifici, in base ai quali poter diagnosticare l’eventuale presenza della malattia.
L’iniziativa intende - da un lato - promuovere la consapevolezza di questo problema, in modo che i pazienti imparino a riconoscere precocemente i sintomi prima che sfocino in patologie più gravi, e dall’altra offrire un contributo concreto a chi già sospetta di avere il problema.