GATTO: QUANTO E COME PUO' ESSERE VEICOLO DI MALATTIE?

Il dottor Adriano Monino spiega come evitare che il micio possa trasmetterci malanni e smonta diversi pregiudizi

Convinti che “i gatti portano malattie”, molti (spesso se genitori di bimbi piccoli) vi rinunciano, e addirittura non li toccano se li incontrano casualmente per strada o in casa di amici e conoscenti. “Vanno però smentiti molti luoghi comuni: ormai è ampiamente risaputo che convivere con un gatto o con un cane rappresenta un fattore tendenzialmente protettivo per la salute, molto più che un rischio – spiega il dottor Adriano Monino, Veterinario e Direttore Sanitario della clinica Animal Care”.
“Le zoonosi, cioè le malattie che si possono contrarre da un animale, sono, nel caso del gatto, poche e riguardano perlopiù persone con problemi immunitari, per esempio i malati in cura con chemioterapia o con farmaci antirigetto dopo trapianti di organo, persone cioè a rischio di infezione anche in un comune centro commerciale. Il discorso correlato alle donne in gravidanza riguarda la salute del feto. Se parliamo di persone sane, la possibilità di contrarre una malattia a causa del contatto con il gatto è veramente minima, se si osservano le comuni regole del buon senso e dell’igiene”.


Quali sono le malattie che potrebbero essere contratte dal gatto? 
“Soprattutto infezioni da miceti (funghi, e quindi micosi), batteri e parassiti. Il più famoso, tra questi, è il Toxoplasma gondii, responsabile della toxoplasmosi; se una donna gravida viene in contatto con questo parassita, ne possono derivare gravi danni per il feto. E’ però obiettivamente più facile contrarre la toxoplasmosi mangiando cibo poco o mal cotto. Alcuni anni fa, la Facoltà di Medicina di Udine, nell’ambito di uno screening sul territorio, ha testato diversi veterinari, tra cui me ed uno dei miei colleghi qui in clinica: entrambi siamo risultati negativi al Toxoplasma, sebbene la professione ci porti a manipolare centinaia di gatti, ovviamente non tutti sani. Insomma: la trasmissione da gatto a uomo non è così facile. A volte, il contatto con il gatto può scatenare allergie, e in questo caso è bene rivolgersi all’allergologo, perché si tratta di un problema spesso risolvibile con terapie mirate, di tipo desensibilizzante. Infine, la cosiddetta : il germe della Bartonella può trasmettersi in caso di lesione traumatica, specie se su ferita o pelle non perfettamente sana, e richiedere opportune terapie mediche. Ci sono infine i parassiti intestinali (i cosiddetti “vermi”, spesso a loro volta correlati al ciclo vitale delle pulci, per esempio) e le pulci stesse (l’ectoparassita più diffuso in assoluto). Per entrambe le situazioni, ormai esistono protocolli consolidati, di semplice e poco costosa applicazione: al micio che arriva a casa, per esempio, si effettua per prassi una sverminazione (nei rifugi, il trattamento viene effettuato prima di dare l’animale in adozione). Per le pulci, il problema esiste anche per il gatto di casa: noi umani portiamo da fuori le uova, il parassita poi attacca l’animale e infesta l’abitazione. La normale profilassi (le famose gocce da applicare tra le scapole del gatto, oppure il collare che dura per 7/8 mesi) protegge sia l’animale, che l’ambiente domestico ed i suoi abitanti. Ricordandosi di mantenere la copertura per 12 mesi all’anno”.

C’è da preoccuparsi di tutti questi rischi?
“La precauzione è sempre una buona abitudine. Un brutto morso, a prescindere, va sempre fatto vedere ad un medico. Parimenti, è bene che il bimbo non baci sul muso il suo amato gatto, onde evitare la possibile, anche se non così facile, trasmissione oro-fecale di germi, batteri e parassiti intestinali. In tutti questi anni, però, me ne è capitato un solo caso. Per questo, non si deve enfatizzare una situazione che riguarda, per fortuna, un limitato numero di situazioni. In circa un terzo delle case italiane troviamo uno o più gatti: se veramente rappresentassero un rischio per la salute, saremmo alle prese con le epidemie… E tutti noi veterinari sappiamo benissimo che, di questi sette milioni e mezzo di fortunati 4zampe, più di qualcuno viene sistematicamente baciato sul muso, e molti condividono il letto con il proprio umano preferito. Tanti proprietari, peraltro sanissimi, non rinuncerebbero a dormire con il gatto perché lo trovano estremamente appagante, nonostante siano abitudini che noi sconsigliamo …”

Cosa fare, dunque, perché il gatto ci porti solo salute?
“Intanto, tutti gli animali domestici devono essere portati regolarmente dal veterinario, il quale spiega, di volta in volta, come e cosa fare per una convivenza serena e sicura per tutti. Comunque, è l’igiene l’aspetto importante, e questo vale sempre. Il gatto è un animale che si mantiene molto pulito da sé, quindi l’attenzione va riservata alla lettiera (pulizia almeno quotidiana), alle ciotole (meglio se in acciaio, così da poterle igienizzare a fondo), ed agli ambienti in cui il micio ama dormire. Vanno preferiti materiali lavabili, i tessuti devono poter essere frequentemente messi in lavatrice. Se la pulizia della lettiera tocca per forza ad una signora in gravidanza, un paio di guanti ed un corretto lavaggio delle mani sono sufficienti ad evitare il rischio di toxoplasmosi”.

In conseguenza, adottando le precauzioni raccomandate, possiamo continuare con tranquillità ad accarezzare il gatto?
“Certo che sì: spesso è proprio il medico a consigliare al proprio paziente un amico a 4 zampe! E noi veterinari sappiamo benissimo quanto l’animale domestico rappresenti una vera e propria medicina per il proprietario.”  

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