Malattie autoimmuni e rischi cardiovascolari

Fare diagnosi precoce con qualche esame in più costituisce un risparmio? Sì, serve, per esempio, a prevenire gravi patologie cardiovascolari nei pazienti che soffrono di malattie autoimmuni.Il ruolo dei test per la ricerca degli Anticorpi Anti-Nucleo (ANA) e del Fattore Reumatoide (RA test ).


Il Servizio Sanitario si prefigge, come missione, quella di tutelare la salute dei cittadini e della collettività: in sostanza, quindi, la prevenzione è fondamentale per ridurre l’incidenza delle malattie ed i costi sostenuti per curarle. La questione è però delicata perché per prevenire spesso è necessario ricorrere ad esami apparentemente inutili, che danno esiti in spesso negativi e a volte anche poco predittivi. In termini tecnici, quindi, rappresentano una spesa a fronte di un beneficio limitato nei numeri, almeno in apparenza. Per questo, il Servizio Sanitario tende a non farsene carico ed i Medici a non prescriverli . La conseguenza è che i pazienti non saranno a conoscenza di rischi cardiovascolari importanti.
Conoscere il rischio equivale a prevenire: pertanto, il rapporto costo-beneficio non va calcolato sul test ma, più a lungo termine, sulle spese sanitarie risparmiate grazie alla possibilità di impostare tempestivamente una terapia, prima che la patologia degeneri in situazioni più complicate. Un discorso difficile, per specialisti, ma con ricadute che possono riguardare ciascuno di noi.
Il professor Ferraccioli, Reumatologo e Internista al Policlinico Città di Udine, ha pubblicato uno studio sulla Rivista Autoimmunity Reviews : la conclusione è che esiste una necessità reale di fare prevenzione nei pazienti portatori di positività per i piu’ comuni autoanticorpi RA test ed ANA. L’individuazione di autoanticorpi (cioè anticorpi che aggrediscono non agenti esterni, come microbi e virus, ma parti del nostro stesso organismo) è oggi possibile grazie ad esami di laboratorio che, come per il Colesterolo e la Glicemia, danno informazioni molto utili per la Medicina Preventiva. Tale tipo di indagine laboratoristica è oggi uno dei più importanti strumenti di cui si avvale il Reumatologo-Internista. Studi epidemiologici dimostrano in maniera inequivocabile che il rischio di angina, di infarto del miocardio, di ictus (tutte patologie gravi, invalidanti, lunghe e costose da curare) aumenta in pazienti che presentano positivita’ ANA e RA test, anche senza avere sviluppato LES, Artrite Reumatoide (AR), o Sindrome di Sjogren (pSS) cioè malattie autoimmuni piuttosto frequenti. I dati epidemiologici ci dicono anche che il rischio cardiovascolare (RCV) se il paziente poi sviluppa Artrite Reumatoide e’ identico a quello del diabete tipo 2, e che quello del LES e’ identico a quello del diabete tipo 1. Bisogna pertanto individuare tutti i casi nei quali può sussistere un problema di autoimmunità, ricorrendo appunto ai test che vanno a cercare gli autoanticorpi che un organismo produce, in tutti i casi in cui il Reumatologo-Internista  possa sospettarne la presenza sulla base della propria valutazione clinica. Occorre ricordare che, anche in medicina, vige il principio secondo cui una spesa iniziale può rappresentare un investimento che alla fine si traduce in un risparmio. Senza poi considerare gli aspetti umani e sociali di una mancata tempestiva diagnosi, visto che la sanità non può essere ridotta a mero calcolo economico. In fondo, la salute è un valore contemplato perfino dalla nostra Costituzione: a tutela della persona, e della collettività.

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